Una lezione di problem solving al liceo Malpighi di Bologna

Un workshop per condividere con gli studenti del liceo scientifico Malpighi di Bologna le conoscenze e le metodologie di problem solving che vengono applicate nel lavoro quotidiano in FAAC.

Federico Nani, Group Quality Manager FAAC, e Luigi Pasquali, Chief Operations Officer della nostra azienda, in collaborazione con il prof. Giovanni Raccichini, insegnante di matematica e vicepreside del liceo bolognese, hanno organizzato due giornate di formazione che hanno coinvolto 68 studenti delle tre classi quarte dell’istituto.

Da alcuni anni in FAAC, in coerenza e continuità con il Lean Thinking, il pensare snello che accompagna tutti i nostri progetti e attività in azienda, abbiamo introdotto e poi approfondito metodi di Problem Solving, che stiamo estendendo al maggior numero di dipendenti, dall’area manageriale fino alla produzione - spiegano i due referenti della Corporate Function di FAAC . Con il liceo Malpighi collaboriamo da tempo (FAAC ha finanziato la realizzazione della sala Obeya del liceo, ndr) e quest’anno abbiamo pensato, insieme ai docenti, di affrontare con loro il tema del Problem Solving, per favorire anche nei giovani studenti un cambio di mentalità, un approccio premiante sia a scuola che, in seguito, quando affronteranno il mondo del lavoro.

In particolare, è stata introdotto lo strumento A3, che prende il nome dalle dimensioni del foglio su cui viene elaborato in tutte le sue fasi. L’obiettivo di questo tool è aiutare chi lo sviluppa a seguire il processo logico noto con il nome di PDCA (Plan; Do; Check; Adjust). Si parte quindi dal problem setting, cioè dalla comprensione profonda del problema; passando al problem breakdown, cioè all’individuazione della sua componente prioritaria, e all’analisi delle cause alla radice per arrivare all’applicazione di robuste contromisure. Ultima fase del processo è la valutazione dei risultati ottenuti che, se non soddisfacenti spingeranno il team ad ulteriori cicli di miglioramento.

Il ciclo si ripete fino al raggiungimento dei target precedentemente fissati.

A3 è un modo di pensare basato sul lavoro di gruppo; non si può precedere da soli – spiegano Nani e Pasquali -. Gli studenti del Malpighi sono stati suddivisi in 11 gruppi che sono stati messi in gara tra loro e tutti hanno affrontato lo stesso tema: come evitare la generazione di sprechi (eccedenze) e mancanze (carenze) nel servizio catering fornito da un vicino bar.

Troppe infatti erano le richieste insoddisfatte degli studenti e troppi i prodotti sprecati.

I gruppi hanno partecipato con passione e curiosità, hanno ragionato in maniera concreta sul caso specifico e tutti hanno dimostrato voglia di vincere il contest. Gli A3 prodotti, dopo una sintetica presentazione da parte dei vari gruppi riuniti in seduta plenaria, sono stati valutati reciprocamente dagli studenti stessi. Successivamente anche noi tutor abbiamo assegnato il nostro voto. Tutti hanno fatto un buon lavoro, seguendo il processo nei dieci step che abbiamo insegnato loro ad applicare. Il team vincitore ha dimostrato una maggiore chiarezza descrittiva del problema e della sua soluzione. In particolare abbiamo tenuto conto della capacità della soluzione di risolvere il problema una volta per tutte”.

I primi esperimenti di utilizzo del metodo A3 in FAAC risalgono al 2012, quando si iniziarono ad applicare i principi espressi dal testo “Managing to Learn” (John Shook, 2008).

Dal 2022 si è avviato un percorso sistematico per diffondere questo metodo in maniera strutturata in azienda e fare in modo che tutti siano efficaci nella risoluzione di problemi e nel miglioramento quotidiano.

Alla fine del 2022 quasi un quarto dei dipendenti della sede centrale di Zola Predosa ha utilizzato il metodo A3. Fedeli al concetto di miglioramento continuo, per il 2023 è stato fissato l’ambizioso traguardo di coinvolgere un terzo dei dipendenti, allo scopo di fare divenire l’A3 un approccio di uso quotidiano in azienda.