La riapertura in sicurezza di aziende, negozi e uffici. Regole nazionali e protocolli regionali. Una sintesi ragionata.

Quali sono i comportamenti corretti da seguire per un ritorno alla normalità nei luoghi di lavoro e nelle attività commerciali dopo la fase del confinamento e dello stop alla gran parte delle attività produttive italiane?

Il Decreto Legge n. 33 del 16 maggio 2020 ha consentito la riapertura delle attività economiche e produttive, purché rispettino il contenuto degli specifici protocolli o linee guida studiati per prevenire o ridurre il rischio di contagio.

La Conferenza Stato-Regioni ha quindi adottato le linee guida condivise, per ciascuna categoria economica, fissando le misure da ritenersi obbligatorie. Le singole Regioni hanno poi adottato a loro volta i propri protocolli, alcune ricalcando sostanzialmente il documento della Conferenza Stato-Regioni, altre fornendo indicazioni di dettaglio sulle singole misure ed eventualmente maggiori obblighi a carico degli esercenti e delle aziende.

Con questo contributo proponiamo una panoramica sulle prescrizioni nazionali da osservare sia per gli esercizi commerciali che nei posti di lavoro in questa fase di ripresa delle attività e di convivenza con il Covid-19. Non entriamo nel dettaglio dei singoli protocolli adottati a livello locale ma prendiamo in considerazione, a titolo di esempio, le attuazioni più comuni delle sintetiche disposizioni legislative nazionali. Le informazioni che riportiamo non sono quindi esaustive di tutte le misure adottate nelle regioni italiane ma sono una sintesi ragionata, ci auguriamo utile, dei comportamenti generali da seguire in questi mesi per condurre in sicurezza le attività produttive, in attesa del ritorno alla normalità pre-emergenza.

Le regole per il commercio al dettaglio

I criteri fondamentali fissati per la riapertura delle attività di commercio al dettaglio sono:

• assicurare una distanza interpersonale di almeno 1 metro tra le persone;
• assicurare l’ingresso delle persone in modo dilazionato;
• impedire di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario ad effettuare gli acquisti;

Questi criteri erano già stati inizialmente elaborati e applicati ai soli negozi di generi alimentari e di beni di prima necessità, per i quali non è mai stata prevista la chiusura.

È intervenuto quindi l’allegato 11 al DPCM 17 maggio 2020 a precisare i criteri generali per quanto riguarda in particolare gli esercizi commerciali.

Distanziamento in tutte le fasi dell’attività

L’obbligo di mantenere il distanziamento interpersonale riguarda tutte le attività e le loro fasi, imponendo perciò all’esercente una inevitabile riorganizzazione della propria attività, dei locali e dei processi di vendita. Ovviamente affinché l’attuazione di questa misura sia completa non si può prescindere dalla collaborazione attiva della clientela, che deve essere adeguatamente informata e deve attenersi a tutte le misure indicate dall’esercente.

Alcuni protocolli regionali invitano l’esercente a riorganizzare gli spazi all’interno del locale al fine di evitare gli assembramenti nelle varie corsie di scaffali. Quando questo non è possibile, la prescrizione è di disporre misure di contingentamento delle persone all’interno delle corsie o sistemi di monitoraggio delle corsie per far rispettare le distanze.

La distanza minima di un metro va fatta rispettare anche nelle eventuali file di accesso alle cabine di prova e per l’accesso ai banchi interni al negozio oppure alle casse per il pagamento. Al riguardo vengono prescritti segnalamenti a terra per indicare la distanza di un metro da rispettare nelle file. Infine viene ritenuto opportuno, nella fase di uscita dal negozio e quando questo sia possibile, che la porta di uscita sia separata da quella di ingresso.

Pulizia e igiene ambientale almeno due volte al giorno

Un secondo obbligo per gli esercenti è quello della pulizia e dell’igiene ambientale almeno due volte al giorno ed in funzione dell’orario di apertura. Per pulizia si intende l’operazione propedeutica alla disinfezione, che è invece il processo di disinfezione che consiste nella rimozione della maggior parte degli agenti patogeni, utilizzando specifici prodotti ad azione germicida. Il principio generale è che nei locali ad elevata frequentazione o a stazionamento prolungato, la disinfezione deve avvenire con frequenza, in particolare sulle superfici che si trovano più esposte al contatto con le persone e su quelle più toccate (maniglie, corrimano, pulsantiere, tastiere, schermi touch, mouse, sistemi di pagamento, ecc…).
Altra prescrizione è quella di assicurare un ricambio d’aria naturale negli ambienti interni. L’uso del condizionatore viene affrontato in maniera differente dai vari protocolli regionali ma una prescrizione pressoché comune è quella di eliminare la funzione di ricircolo dell’aria.

Dispenser per disinfettare le mani

C’è quindi l’aspetto della pulizia delle mani: bisogna garantire ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani, in particolare accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento. La maggior parte dei protocolli indicano come preferibili i dispenser di soluzioni idro-alcoliche all’ingresso e all’uscita dei locali commerciali, in prossimità dei bagni e vicino alle casse.

Mascherine per clienti e personale

L’allegato 11 al DPCM prevede l’utilizzo di mascherine nei luoghi o ambienti chiusi e comunque in tutte le possibili fasi lavorative laddove non sia possibile garantire il distanziamento interpersonale. I protocolli regionali sono pressoché uniformi nel prevedere sempre l’obbligo dell’uso della mascherina all’interno dei locali, non solo per i clienti ma anche per i lavoratori.
Per le postazioni dedicate alle casse, alcuni protocolli prevedono di dotarle di barriere fisiche come schermi o plexiglass. Viene imposto inoltre l’uso dei guanti “usa e getta” anche da parte dei clienti nelle attività di acquisto di alimenti e bevande.

La regolamentazione degli accessi agli ingressi

Particolarmente importanti sono le prescrizioni riguardanti la fase di accesso al negozio e la conseguente regolamentazione degli ingressi. L’obbligo previsto dall’allegato 11 è regolare e scaglionare gli accessi in varie modalità: ampliando le face orarie; per i locali fino a 40 m2 è consentito l’accesso di una sola persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori; per locali di dimensioni superiori l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, quando possibile, i percorsi di entrata e di uscita.
Alcuni protocolli regionali prevedono la possibilità di posizionare sistemi di elimina code all’ingresso dell’esercizio, per evitare lunghe attese. Alcune regioni consentono di rilevare ai clienti la temperatura corporea, impedendo l’accesso se supera i 37,5 °C.

Altro obbligo è l’informazione alla clientela con appositi cartelli all’ingresso dell’esercizio per illustrare le misure da osservare all’interno (anche in lingua inglese).

Misure specifiche per i centri commerciali

Alcuni protocolli locali prescrivono misure ulteriori per le grandi strutture di vendita come i centri commerciali, al cui interno si riuniscono molti esercizi commerciali.

Tra queste percorsi di ingresso e di uscita all’interno dei parcheggi, in particolare se interrati, e indicatori di distanza. Anche all’interno del centro commerciale devono essere previsti flussi di percorso verso i negozi e il supermercato per gestire con ordine il movimento delle persone nelle gallerie e nei punti di incrocio. Adesivi collocati a terra, di fronte all’accesso dei singoli esercizi commerciali, devono indicare la distanza interpersonale da mantenere in caso di fila.

Altro aspetto cruciale è l’individuazione di un indice di affollamento per stabilire il numero massimo di persone che possono essere presenti all’interno della struttura. Sulla base di questo vanno predisposte limitazioni e scaglionamenti all’ingresso, o sistemi di prenotazione, per non superare mai il numero limite individuato. Fondamentale è poi che il numero delle presenze sia monitorato costantemente, anche attraverso sistemi video rispettosi della privacy.
Alcuni protocolli prevedono anche per l’accesso ai bagni la valutazione di un indice massimo di presenze, comunicando all’esterno dei servizi igienici la capienza massima. Lo stesso dicasi per gli ascensori, salvo che ad entrarvi contemporaneamente siano componenti dello stesso nucleo familiare. Le informazioni sulle misure da rispettare devono essere non solo rese visibili all’ingresso del centro commerciale e di ciascun negozio, ma anche tramite video e audio all’interno della galleria commerciale.

Le regole di sicurezza nei luoghi di lavoro

Le norme di comportamento delle aziende per la sicurezza dei lavoratori sono contenute nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Vediamo alcune delle prescrizioni principali.

Controlli all’ingresso in azienda

Il personale, prima di entrare nella sede di lavoro, può essere sottoposto al controllo della temperatura. Se supera i 37,5° l’accesso non viene consentito e il lavoratore viene momentaneamente isolato. Non deve recarsi al Pronto Soccorso e/o nelle infermerie aziendali, ma deve contattare il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni.

Accesso di fornitori esterni e visitatori

Per ridurre le possibilità di contatto con il personale, l’accesso di fornitori esterni deve essere regolato attraverso l’individuazione di procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite. Anche l’accesso ai visitatori deve essere limitato: qualora sia necessario l’ingresso, ad esempio, di personale per le pulizie o per la manutenzione, esso deve sottostare a tutte le regole aziendali.

Pulizia e sanificazione

L’azienda deve assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago. Va garantita la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse, con adeguati detergenti, sia negli uffici che nei reparti produttivi.

Precauzioni igieniche personali

L’azienda deve mettere a disposizione idonei mezzi detergenti per le mani che devono essere accessibili a tutti i lavoratori anche grazie a specifici dispenser collocati in punti facilmente individuabili.

Dispositivi di protezione individuale

Se l’attività lavorativa impone una distanza interpersonale minore di un metro è necessario l’uso delle mascherine e di altri dispositivi di protezione conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

Spazi comuni

L’accesso agli spazi comuni come mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande e/o snack, ecc.. va contingentato e si deve permanere un tempo ridotto, ventilando continuamente i locali e mantenendo la distanza di sicurezza di 1 metro tra le persone. Va garantita la sanificazione periodica e la pulizia giornaliera con detergenti dei locali mensa, delle tastiere dei distributori di bevande e snack.

Ingresso e uscita dall’azienda

Vanno favoriti orari di ingresso e uscita scaglionati dei lavoratori per evitare, il più possibile, contatti nelle zone comuni. Quando è possibile andrebbe dedicata una porta di entrata e una di uscita dai locali.

Spostamenti interni

Gli spostamenti all’interno dell’azienda devono essere limitati al minimo indispensabile. Non sono consentite le riunioni in presenza. Se necessarie ed urgenti, nell’impossibilità di collegamento da remoto, dovrà essere ridotta al minimo la partecipazione necessaria e, comunque, dovranno essere garantiti il distanziamento interpersonale e un’adeguata pulizia e areazione dei locali. È possibile, qualora l’organizzazione aziendale lo permetta, effettuare la formazione a distanza, anche per i lavoratori in smart working.